La storia dell’agritur, che si chiama come nostro papà e nonno, Franco Ioris, da cui Fioris, inizia molto tempo fa, secoli fa. Da sempre gli attrezzi dismessi o inutilizzabili sono stati immagazzinati in soffitta dai nostri avi, chissà mai non potessero tornare utili! Quando prendevamo in mano ogni oggetto polveroso quante storie, quanta fatica, quanto amore trasmetteva. No, non era proprio possibile buttare via tutto, sarebbe stato come disfarsi del nostro passato. Così è nata l’idea di aprire un agritur per ricordare papà Franco, mamma Tullia, i nonni, i bisnonni… E per fare sì che almeno alcuni degli attrezzi godessero di una nuova primavera, aggiungessero storie alla loro vita. L’agritur Fioris è volutamente un amorevole misto di moderno e antico, tecnologia e lavoro manuale: per l’arredo sono state utilizzate anche le vecchie travi del tetto, alcune risalenti al 1600. Papà Franco ci ha raccontato come per tradizione familiare la nostra casa è sempre stata aperta per ospitare i viandanti, che fossero pellegrini, artigiani o mercanti ambulanti: per loro c’era un posto caldo per dormire, un piatto di minestra bollente e una sedia nella stalla dove far filò davanti ad un bicchiere di vino. Ed ora siamo pronti anche noi per aprire e condividere la nostra vecchia spleunza/soffitta, farvi vivere per qualche giorno il profumo di un passato che, anche grazie a voi, sarà di nuovo un vivace presente.